LIFE GREEN4BLUE, un progetto europeo per la riqualificazione dei canali di bonifica nel Ferrarese
È stato accettato che in Europa il 60% delle specie protette e il 77% degli habitat è in uno stato di conservazione non favorevole per l’insufficienza delle misure adottate fino ad oggi per raggiungere l’obiettivo dell’UE di “porre fine alla perdita di biodiversità e al degrado dei servizi ecosistemici nell’Unione Europea e ripristinarli nei limiti del possibile”. I cambiamenti climatici, le trasformazioni del territorio, l’uso intensivo delle acque e del suolo e il loro inquinamento, sono tra le cause principali di degradazione degli habitat, riducendone il grado biodiversità e la capacità di fornire i tradizionali servizi ecosistemici. Ma anche l’importazione ed il rilascio clandestino o la diffusione illegale sul territorio naturale di specie faunistiche aliene a scopo sia commerciale sia pseudo-amatoriale, contribuiscono alla erosione della biodiversità degli ambienti, mettendone a rischio l’equilibrio ecosistemico.
In questo quadro si inserisce il progetto LIFE GREEN4BLUE che mira alla riqualificazione ambientale dei canali di bonifica per valorizzarne il ruolo di infrastrutture verdi e blu nella connessione delle aree naturali del territorio, attraverso una gestione innovativa che integra sicurezza idraulica, supporto alla biodiversità locale, lotta a 2 specie alloctone invasive, cioè la nutria e il gambero rosso della Louisiana, tutela del paesaggio.
Tutto questo avviene attraverso attività di sperimentazione tecnico-scientifiche e monitoraggio sul campo, la costituzione di tavoli di confronto con tecnici e operatori di settore, e il coinvolgimento diretto dei cittadini. Andrea Morsolin è Project manager del progetto europeo LIFE GREEN4BLUE, coordinato dal Consorzio della Bonifica Renana e svolto in collaborazione con Alma Mater Università di Bologna e Legambiente Emilia-Romagna.

L’area di intervento del progetto si trova a nord-est del comprensorio gestito direttamente dal Consorzio Bonifica Renana, e copre una porzione di pianura sulla chiusura di bacino del sistema idrografico del Fiume Reno che interessa il comune ferrarese di Argenta e i comuni bolognesi di Baricella, Budrio, Medicina, Minerbio e Molinella, in provincia di Bologna.
Le attività del progetto consentono di approfondire la conoscenza del territorio che presenta realtà interessanti non solo sul piano naturalistico, na anche culturale.
Ad Argenta molto interessante è la viisita al Museo della Bonifica – impianto di Saiarino, dove si possono cogliere gli elementi fondamentali della plurisecolare azione esercitata dall’uomo per la difesa del territorio e il governo delle acque. Saiarino, dopo oltre un secolo, stupisce per la lungimiranza della progettazione: edifici funzionali e abitativi sono distribuiti in un ambito che comprende, oltre alle strutture idrauliche vere e proprie, anche magazzini, officine e l’imponente Centrale termica che garantiva l’autonomia energetica per far funzionare le idrovore, il tutto ancora perfettamente integro, in ottimo stato di manutenzione e attivo. Gli edifici in muratura sono a cavallo dei maestosi canali mentre i luminosi interni Liberty custodiscono le gigantesche pompe e altri macchinari. Suggestiva è la Sala delle Pompe con sei imponenti idrovore del primo ‘900 Il museo è aperto su prenotazione.
Merita una sosta la Pieve di S. Giorgio, in posizione isolata in un parco ai limiti della riserva naturale delle Valli di Campotto, nel Parco regionale del Delta del Po dell’Emilia-Romagna. Le Valli di Campotto sono ciò che rimane delle antiche Valli di Argenta e Marmorta e cominciarono a formarsi dal XII secolo, quando il Po di Primaro, ormai pensile e ingombro di sedimenti, non riusciva più a ricevere le acque dei diversi torrenti appenninici che qui affluivano. Oggi le valli, con funzione di casse di espansione, vengono utilizzate durante le piene per ricevere le acque della bassa pianura bolognese ed essere poi successivamente scaricate, tramite chiaviche e pompe idrovore, nel fiume Reno.
Tre i comparti: Cassa Campotto e Bassarone presentano una serie di valli di acqua dolce e canali per il controllo delle piene e numerosi sentieri sia accessibili liberamente che con guida. Valle Santa è caratterizzata da vegetazione emersa, tra cui canneti e laminati di ninfee. Su un prato umido nidificano e sostano numerose specie di uccelli. Bosco del Traversante è uno degli ultimi lembi di foresta igrofila padana.
La zona umida di Campotto-Bassarone e il bosco del Traversante sono accessibili solo con visita guidata su prenotazione, a piedi, in bici, in barca elettrica.
Per la visita si co soglia di proteggersi dalle zanzare.
Pochi km di strada e si raggiunge il museo delle Valli presso il Casino di Campotto, centro di documentazione storico-naturalistica e anche centro visita per servizi, informazioni, prenotazioni e visite guidate. Al piano terra, nella sezione antropologica, propone il tema del lavoro e della presenza dell’uomo nel millenario rapporto con la Valle, con un approfondimento sulla lavorazione delle erbe palustri, descritta attraverso il racconto dei protagonisti: lo scariolante con la carriola e la vanga e il vallarolo con gli arnesi per la raccolta e lavorazione delle erbe palustri. Al primo piano si trova la sezione sull’ambiente naturale: zone umide e i 4 ambienti dell’Oasi: laminato, canneto, prato umido e bosco igrofilo.
Per alloggiare:
www.hotelvillarealeargenta.net