PER HALLOWEEN GLI ITALIANI CERCANO IL SOLE
Cosa va per la maggiore negli ultimi 7 giorni? «Sharm El Sheikh continua ad andare alla grande, perché è una meta che piace molto agli italiani ed è anche quella più a buon mercato» rispondono gli specialisti di Vamonos-Vacanze.
D’altra parte ben 8 italiani su 10 riconoscono l’essere abbronzati come sinonimo di salute: «detta anche sindrome da “tanning addiction”, la tanoressia può essere considerata —parimenti all’anoressia— una dispercezione corporea: se chi è anoressico non si vede mai abbastanza magro, allo stesso modo chi è tanoressico non ritiene mai di essere sufficientemente abbronzato» spiegano gli esperti di Vamonos-Vacanze.it.
Fu nel 1920 Coco Chanel a riportare in auge l’abbronzatura, iniziando a consigliare a clienti ed amiche di prendere un po’ di colore per valorizzare meglio gli abiti della sua maison, con le sue collezioni dagli orli più corti che si ribellavano ai puritani valori vittoriani e rivalutavano “workwear” e “sportwear” come fonte di ispirazione.
Così nel 1928 Jean Patou creò «Huile de Chaldée», il primo olio abbronzante; e pochi anni dopo, nel 1935, Eugène Schueller sviluppò «Ambre Solaire», un olio che assorbiva i raggi UV permettendo di abbronzarsi 5 volte più velocemente del normale.
E poi ancora nel 1946 esplose la «rivoluzione del bikini» che —oltre a liberare i corpi— rendeva maggiormente necessario usare prodotti sia per favorire l’abbronzatura che —e soprattutto— per proteggersi dal sole. Nacque così il mercato dei prodotti auto-abbronzanti e delle lampade solari, per rispondere alla domanda di chi —senza volare ai tropici— volesse abbronzarsi anche d’inverno: «un segmento che oggi è stimato valere 20 miliardi di euro» rimarcano gli ideatori di Vamonos-Vacanze.it.
I “millennial” —soprattutto quelli nati a inizio degli Anni Ottanta— sono stati protagonisti e testimoni dell’ossessione per l’abbronzatura a tutti i costi, ottenute a volte utilizzando, con tecniche discutibili, miscele di prodotti “fai da te” che includevano perfino la Coca Cola; mentre le generazioni più giovani —gli “zillennial”— si trincerano invece nella crema solare “protezione 50”, molto più timorosi dei danni che il sole potrebbe loro procurare.
«Oggi, nel 2023, l’estetica vacanziera richiede una pelle sì abbronzata ma anche idratata e mai troppo scura» concludono gli specialisti di Vamonos-Vacanze.it.